di Pino Cabras
Le 210mila firme di altrettanti cittadini sardi per una legge contro le speculazioni energetiche coloniali – la c.d Legge Pratobello 24 – rappresentano un fatto estremamente significativo dal punto di vista politico. Non ricordo negli ultimi decenni nessuna petizione – nessuna – che abbia raggiunto nel mondo una percentuale altrettanto grande della popolazione di riferimento. Scusate se è poco.
Tanto meno venivano raggiunti numeri così clamorosi in casi come questi, dove non si trattava di firmare on line su un sondaggio volante con un clic distratto, ma dove invece significava scomodarsi per andare a sottoscrivere, per trovare chi potesse autenticare e vidimare le firme. Conosciamo ahinoi questo genere di corsa a ostacoli iper-burocratica.
Perciò questo numero, 210 mila, è a dir poco eclatante e dà un segno chiarissimo della volontà popolare. Sarebbe stupido e criminale ignorare una spinta così netta. Aggiungiamo che ci sono anche 35mila firme sottoscritte per indire un referendum consultivo per chiamare l’intero popolo sardo a esprimersi.
Nel congresso di Democrazia Sovrana e Popolare – Sardegna, due giorni fa, abbiamo applaudito in tantissimi queste belle iniziative popolari. Lavoreremo per far andare tutto a buon fine, per sconfiggere il finto green e le transizioni energetiche di Lorsignori e riappropriarci del futuro.
Lo dico a quelli che dicono che tanto giuridicamente si può far poco. Qui il problema non è giuridico, è politico, super-politico. Questa forza sta ponendo questioni che vanno alla radice del rispetto di una volontà popolare mai così chiara: chi offre risposte burocratiche, cincischianti, ambigue, deboli, sarà travolto. Uno il coraggio non se lo può dare, è vero, ma qua lo dà una massa mai vista di cittadini. C’è poco da cavillare.