di Ingrid Atzei
[…] David succeded using instead of exclusively brute force, a combination of intelligence and the right strategy. Not a powerful but an efficient weapon.
Quest’affermazione, che fa riferimento al mito biblico di Davide contro Golia, è contenuta nell’incipit di Mathematical Wars – A scientific approach to the art of war, interessante volume di matematica applicata alla geopolitica con il quale l’autore Mao Liqiu, attraverso un percorso che si snoda passo passo lungo i capitoli dell’opera, giunge a formulare un modello che dia conto delle dinamiche che intercorrono tra parti belligeranti.
In particolare, partendo dal Bingfa di Sun Tzu, Mao Liqiu identifica, nelle qualità definienti i sistemi “fisicamente” chiusi e quelli “fisicamente” aperti, gli output possibili delle dinamiche confliggenti.
Paragonando le società, i popoli, le nazioni e, appunto, gli eserciti a dei sistemi che scambino sia energia che materiali (ad esempio, approvvigionamenti per i militari) con l’esterno, e quindi aperti, o che scambino solo energia (ad esempio, investimenti economici), e quindi chiusi, Mao Liqiu identifica nei KWI (Key War Indicators) i parametri specifici ai quali fare riferimento per costruire il proprio modello predittivo.
In linea con L’arte della guerra – testo notissimo in ambito marketing ma pensato per l’ambito militare e finanche ripreso in ambito matematico e nelle Teorie dei giochi che si applicano proprio ai contesti confliggenti – possiamo riconoscere nel modello proposto i pilastri contenuti nei precetti del Bingfa, ovvero quelli che guidano le decisioni del comandante di un esercito:
- le informazioni effettive in possesso dell’avversario;
- le credenze circa tali informazioni;
- le ipotesi matematiche circa l’influenza che tali credenze avranno sulle scelte tattiche dell’avversario.
L’efficiente interpretazione di queste informazioni e dei loro output dovrebbe evitare allo stratega di seguire false trend, ovvero andamenti illusori del conflitto che potrebbero comprometterne l’esito proprio perché non ben ponderati. Esattamente come accade quando si fondano le proprie predizioni circa un conflitto unicamente sulla dimensione degli eserciti di ciascun antagonista, tanto per ritornare al paragone biblico dell’incipit tra Davide e Golia.
Detto diversamente: per predire le sorti di un conflitto è importante valutare sia gli aspetti quantitativi che qualitativi del sistema/esercito antagonista. Al punto che, al netto della complessizzazione proposta nel modello introducendo sistemi/eserciti sempre più spuri rispetto alla dicotomia iniziale, l’autore giunge ad affermare che, nelle guerre totali – ovvero quelle che coinvolgono l’intera popolazione e non solamente i comparti militari – la strategia dell’embargo è la migliore applicabile in condizioni di sistema chiuso, mentre l’isolamento – come facilmente intuibile – è la migliore strategia applicabile in caso di sistema aperto.
Ciò detto, Mao Liqiu sottolinea che il suo modello predittivo non si applica tal qual è agli scenari riconducibili ai conflitti nucleari né se configurati dall’utilizzo di armi tattiche (quelle meno potenti) né se configurati dall’utilizzo di armi strategiche (talmente potenti da avere carattere deterrente). E, di più, esso avrà necessità di essere sottoposto al vaglio empirico per giovare di sviluppi e affinamenti così da poter essere applicato a scenari confliggenti caratterizzati da sempre maggiore complessizzazione tecnologica e dall’utilizzo delle intelligenze artificiali, nonché di quanto attorno ad esse ruota. Infatti, essendo quello proposto un modello matematico predittivo, la sua validità è legata al «how the war are performed». Considerazione rilevante per comprendere in che modo si posizioneranno nello scenario delle economie globalizzate i paesi cosiddetti emergenti, ovvero la maggior parte della popolazione mondiale, detenente tantissime primarie risorse e legati al raggruppamento politico-economico dei BRICS.
Fin qui ci siamo concentrati sui contenuti del volume; da qui in poi dedicheremo brevemente la nostra attenzione al linguaggio adoperato per redigerlo. Diciamo subito che il volume è scritto in lingua inglese e, al momento, è acquistabile solo in questa versione. Cionondimeno, il linguaggio è nel complesso snello, gradevole, accessibile anche a quanti non abbiano una padronanza profonda della lingua. Inoltre, ogni passaggio matematico è descritto in maniera semplice ed accessibile anche a coloro che non hanno una formazione matematica accademica. Anzi, di più, l’autore si sforza di rintracciare nella letteratura e nel mito esempi pratici del proprio modello. I numerosi grafici, le esemplificazioni figurative e le tabelle comparative completano le descrizioni e le spiegazioni del modello.
Avviandoci, ora, alle conclusioni, possiamo certamente dire che quello di Mao Liqiu è un volume ambizioso, nonostante la modestia dell’autore, che offre spunti interessanti di lettura dei “rapporti di forza” a livello geopolitico e che ognuno può mettere alla prova agevolmente anche nel quotidiano, magari applicando il modello al contesto domestico. Farlo potrebbe essere molto divertente e potrebbe aprire a nuove consapevolezze circa il proprio e l’altrui modo di agire le dinamiche di coppia e/o familiari. Osserviamo, ancora, che per la struttura con la quale è pensato, il testo si presta ad essere letto sia da un pubblico giovane che più maturo e, se dobbiamo dirla tutta, il capitolo davvero più complesso è l’ultimo poiché ha un carattere maggiormente tecnico. Cionondimeno, dobbiamo render merito all’autore di fornire, nei capitoli precedenti, un agevole percorso di acquisizione delle varie parti del modello che aiuta tanto nell’affrontare l’ultima parte.
Ancora, è importante sottolineare, quando leggiamo volumi di questo tipo, che, al di là di come la si pensi, ogni nuovo strumento utile a far focalizzare la nostra attenzione su variabili, percorsi, scenari, comunicazioni e tipologie d’informazione altre rispetto a quelle comunemente usate è prezioso per far maturare le nostre capacità critiche e, nient’affatto secondariamente, in questo volume in particolare in ragione del tema affrontato, è utile a ricordarci una volta di più che l’arte della guerra consiste nel non dover combattere affatto e che, dunque, trovarsi nella condizione di farlo o di doverlo fare innesca scenari che sarebbe meglio lasciar confinati nei modelli matematici.
In conclusione, prima di riportarvi i dati del volume, vorrei ringraziare l’autore per la stima rappresentatami.
Matematical Wars – A scientific approach to the art of war
Mao Liqiu copyright
Anno 2024
Pagine 140
In vendita su Amazon a 17,24€ con copertina flessibile
Disponibile anche in formato Kindle